lunedì 23 gennaio 2012

Get

Get

Get significa "ricevere", "ottenere".
Questo è il suo significato principale, ma può essere usato anche con altri significati, ad esempio nelle seguenti espressioni:

  • get divorced (divorziare)
  • get married (sposarsi)
  • get dressed (vestirsi)
  • get changed (cambiarsi d'abito)
  • get up (alzarsi)
Si usa anche alla forma passiva:
  • There was an accident but nobody got hurt. (c'è stato un incidente, ma nessuno si è fatto male)
  • She doesn't get invited to parties. (lei non è invitata alle feste)

Nell'inglese parlato si usa spesso la forma "get something done" invece di "have something done":
  • She is having her hair cut.
  • She is getting her hair cut. (si taglierà i capelli)
  • We are having/getting the roof repaired. (Faremo riparare il tetto)

Get significa anche persuadere, chidere a qualcuno di fare qualcosa per noi.
  • I couldn't move the heavy table. I got somebody to help me. (Non riuscivo a spostare il tavolo pesante. Mi sono fatto aiutare).

Inoltre vuol dire "abituarsi": get used + verbo in -ing
  • I got used to living in a much smaller house. (Mi sono abituata a vivere in una casa molto più piccola).
Get come "raggiungere" un certo posto:
  • What time do you get to work? (A che ora arrivi alla stazione?)
  • How do I get to the station? (Come faccio a raggiungere la stazione?)

Get into: entrare in una stanza, un edificio e in una macchina)
  • Lucy got into the car and drove away. (entrò in macchina e se ne andò)
Got out: uscire
  • She got out of the car and went into the post office. (uscì dalla macchina ed entrò nell'ufficio postale)

Get on/off un autobus, un treno, un aereo.
  • She got on the bus and went away. (salì sull'autobus e se ne andò)
  • He got off the train and walked to the city centre. (scese dal treno e camminò fino al centro della città)

martedì 17 gennaio 2012

Shrove Tuesday

Shrove Tuesday or Pancake Day
Shrove Tuesday is a day of celebration and penitence, because it's the last day before Lent. In the United Kingdom, and in other countries too, people eat foods that traditionally aren't allowed during Lent. Pancakes are eaten on this day because they contain fat, butter and eggs which were forbidden during Lent.
Pancake Day (also known as Shrove Tuesday) is the last day before the period which Christians call Lent (Quaresima). It is traditional on this day to eat pancakes.
Lent is a time of abstinence, of giving things up. So Shrove Tuesday is the last chance to indulge yourself, and to eat the foods that aren't allowed in Lent. Pancakes are eaten on this day. A pancake is a thin, flat cake, made of butter and fried in a pan. Superfine sugar is sprinkled over the top and a dash of fresh lemon juice is added. The pancake is then rolled. Some people add golden syrup or jam.
Shrove Tuesday is celebrated the day before Ash Wednesday (il mercoledì delle ceneri) and is the final day before the beginning of Lent, a Christian festival leading up to Easter Day. Shrove Tuesday always falls about 40 days before Easter Sunday, so the date varies from year to year.
The name Shrove comes from the old word "shrive" which means to confess. On Shrove Tuesday, in the past, people used to confess their sins so that they could be forgiven before Lent.


sabato 14 gennaio 2012

sorry e afraid


AFRAID
1. Filled with fear: afraid of dogs; afraid to die; afraid for his life.
2. Having feelings of aversion or unwillingness in regard to something: not afraid of hard work; afraid to show emotion.
3. Filled with regret or concern. Used especially to soften an unpleasant statement: 
I'm afraid you are in the wrong place


SORRY
spiacente, dispiaciuto; desolato;
1. I’m ~ mi spiace, mi rincresce;
I’m ~ I’m late mi scuso per il ritardo;
to be ~ for doing, to do scusarsi o essere spiacente di avere fatto, di fare;
to be ~ about scusarsi di [behaviour, mistake];
~ about that! scusa!
to say ~ chiedere scusa, scusarsi

I’m ~ to hear of o that mi dispiace sentire che;
I’m very ~ about your brother sono addolorato per tuo fratello;
to feel ~ for oneself compiangersi

(regretful) we are ~ to inform you that siamo spiacenti di informarla che;
no-one will be ~ to see him go! nessuno sentirà la sua mancanza!
and, I’m ~ to say e, mi spiace dirlo;
do it now or you’ll be ~! fallo adesso o te ne pentirai!

(apologizing) scusa
(failing to hear, understand) ~? scusa? Prego?
(interrupting) ~, time is running out scusate o spiacente, ma il tempo sta per scadere;
we have two, ~, three options abbiamo due, cosa dico, tre scelte;
~, may I just say that scusate, volevo soltanto dire che.

sabato 7 gennaio 2012

7 gennaio: Natale in Russia

Сегодня в России празднуют Рождество Христово! С Рождеством!
 
Il 7 gennaio si festeggia il Natale in Russia, esattamente 13 giorni dopo il Natale in Italia. Celebrare quetsa festa non era possibile durante il periodo dell'Unione Sovietica, poichè la religione non era ben vista dal regime. Frequentare le chiese era vietato e chi desiderava partecipare alle funzioni religiose lo faceva in segreto. Ora, con il crollo del regime, le porte delle chiese sono state riaperte e i russi possono festeggiare liberamente il Natale senza che sia necessario nascondersi. Dopo la messa c'è il pranzo in famiglia e si aprono i regali portati ai più piccini da Nonno Gelo.
Il giorno precedente, il 6 gennaio, è la vigilia di Natale, giorno in cui, secondo l'antica tradizione finisce il lungo e severo digiuno di 40 giorni. Durante la giornata non si mangia nulla, se non pane vecchio e qualche sorso d'acqua, e solo ai bambini è consentito mangiare qualcosa. La sera invece si prepara un piatto tipico a base di grano e semi di papavero addolcito col miele. In tempi più recenti si è iniziato ad aggiungere anche uvetta, mandorle e cocco a scaglie. La cena è molto ricca, a base di carne, formaggi e verdure conservate, visto che la verdura fresca è introvabile a causa del clima estremamente rigido dell'inverno russo. Le pietanze sono in tutto 12 come gli apostoli.

venerdì 6 gennaio 2012

Natale in Russia

Il Natale in Russia nel periodo successivo al crollo dell'Unione Sovietica.
Con il crollo dell’Unione Sovietica, in Russia il Natale è tornato a essere una festa ufficiale. Il 25 dicembre però rimane un giorno feriale. Infatti per il calendario russo il Natale cade il 7 gennaio, perchè la chiesa ortodossa non ha mai accettato la riforma gregoriana, di conseguenza le date sono ancora quelle stabilite da Giulio Cesare e le festività religiose conservano un ritardo di tredici giorni rispetto alle nostre. Il calendario civile invece rispetta la tradizione occidentale già dal periodo immediatamente successivo alla Rivoluzione del 1918. Così il periodo natalizio in Russia si conclude definitivamente il 13 gennaio, giorno del Vecchio Capodanno (in russo, staryj novyj god). La festa più celebrata rimane per i russi il 31 dicembre (Novyj God, Anno Nuovo). Questo non dipende solo dal retaggio sovietico che ha concentrato le solennità religiose in una festa civile, ma anche da una lunga tradizione popolare. La notte del 31 dicembre arriva Babbo Natale (Died Moròz, Nonno Gelo) e porta i regali, raccolti sotto il tradizionale abete (jolka) decorato con le decorazioni igrushki, che vuol dire anche giocattoli.
Died Moròz è una versione del San Nicola ortodosso: ha una veste lunga che può essere rossa o blu, con i risvolti di pelliccia bianca e un cappuccio in testa. Come il nostro Babbo Natale porta capelli lunghi e barba bianca, ma ha anche un bastone in mano, forse per aiutarsi a camminare nella neve alta. In genere si sposta a piedi, accompagnato da Snjegòrushka, una figura femminile giovane e bella. Snjegòrushka significa fiocchetto di neve. Il regalo è obbligatorio in questa notte e i russi ne curano molto la presentazione. Tradizionalmente il Capodanno russo rimane, come per noi Italiani, una festa familiare. Vengono organizzat anche grandi feste in discoteca o nei locali esclusivi, e perfino il concerto sulla Piazza Rossa, ma lì generalmente ci vanno i più abbienti o i ragazzi giovani. Il cenone del 31 dicembre riunisce le famiglie e gli amici più cari. Tra i piatti tradizionali non può mancare quella che noi chiamiamo insalata russa, con l’aggiunta irrinunciabile del prosciutto. E, dettaglio fondamentale, i brindisi. I brindisi russi non sono solo numerosi, ma articolati, poetici, commoventi. Tutti sono invitati a dire qualcosa ed ogni brindisi è un augurio pieno di auspici per il futuro. E ogni volta è diverso: può essere umoristico, sarcastico, toccante, prendendo a prestito a seconda del caso aforismi o poesia, che i russi adorano. E alla fine a molti piace ballare. Non mancano nemmeno i petardi, che scoppiano tra la neve che cade sempre generosamente in quei giorni. E il giorno dopo si ricomincia però, chi non vuole stare in casa può fare un giro per boschi e parchi, molto amati dai russi, magari in slitta.